ROMA (ITALPRESS) – “La cultura è l’unico vero grande asset del nostro Paese. La politica sarebbe dovuta intervenire in maniera massiva, potenziando queste attività. Non è stato così, è mancata una risposta che gratificasse almeno dal profilo estetico e intellettuale i cittadini italiani”. Lo afferma il Professor Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e Presidente onorario della Fondazione Roma, in un’intervista al magazine InsideArt, nella quale ricorda l’importanza dell’utilizzo delle tecnologie, anche in ambito culturale.
“Ho sempre sostenuto che la cultura è l’unico vero grande asset del nostro Paese visto che purtroppo dobbiamo prendere atto che la grande industria statale non esiste più e l’industria privata è in grande difficoltà a causa della pressione fiscale e della oppressione burocratica – continua Emanuele -. Io ho sempre pensato che la meraviglia del nostro Paese, che ospita le più belle e armoniose realtà estetiche naturali e quelle create dall’uomo, sia nell’universo mondiale un punto assolutamente di bellezza irripetibile. Credo che la politica avrebbe dovuto tenere conto di quanto dico e intervenire in maniera massiva per sostenere gli imprenditori, come nel caso della Fondazione che presiedo privi di interessi di lucro, potenziando, così facendo, queste attività. Non è stato così, e tra le tante promesse che sono state fatte agli italiani, è mancata quella che forse più mi aspettavo, una risposta che gratificasse almeno dal profilo estetico e intellettuale i cittadini del nostro Paese”.
Il Professor Emanuele ripercorre i difficili mesi del lockdown, un periodo segnato dall’urgenza di dare risposte concrete ai bisogni della popolazione: “La Fondazione in sostanza non si è mai fermata durante il periodo del lockdown perchè i bisogni della gente, non più in questa occasione di livello culturale, artistico, istruzione e quant’altro, si sono manifestati preminentemente nel bisogno di sopravvivere mediante aiuti atti a consentire ai bisognosi di cibare loro e le loro famiglie. La gente ha bisogno di consumare cibo per sopravvivere e noi abbiamo dato una risposta sentita con grande intensità attraverso la donazione di 1.000.000 di euro alla città di Roma che verrà distribuita dalla Caritas alle parrocchie. Inoltre, da uomo mediterraneo quale sono e resto, ho pensato di distribuire 700.000 euro nel meridione d’Italia nelle città di Napoli, Cosenza, Reggio Calabria, Trapani, Palermo, Enna, Agrigento, per consentire anche ai più bisognosi di quei Comuni di poter avere una risposta alla necessità elementare della sopravvivenza. Abbiamo ritenuto, infine, di donare 500.000 euro allo Spallanzani per la ricerca su questo virus del Covid-19 che, come dovremmo ben capire, è un virus mutevole e come tale potrebbe accadere che una volta trovata la soluzione per questo, tra qualche tempo compaia un virus Covid-20 pronto a continuare la strage degli innocenti”.
Emanuele richiama poi l’attenzione su come, anche nelle difficoltà e nella necessità di dare risposta in prima istanza alle esigenze primarie, sia importante continuare a guardare avanti senza tralasciare l’aspetto culturale: “Nonostante queste priorità assolute, non ho dimenticato che la cultura e l’arte sono le attività che mi hanno consentito di mantenere in equilibrio il mio impegno esistenziale e pertanto non ho smesso un attimo di ipotizzare una grande mostra dopo quella di Alsoudani, che abbiamo dovuto sospendere a marzo scorso e che speriamo di poter inaugurare nella primavera prossima. Sto perciò organizzando una mostra di Manolo Valdès, questo grande artista spagnolo, per il quale grazie alla collaborazione del Vice-Sindaco di Roma sono riuscito ad ottenere che le principali piazze della città saranno popolate dalle statue di questo grande artista. La mostra è prevista con apertura il giorno 15 ottobre, a cura di Gabriele Simongini e in collaborazione con la Galleria Contini di Venezia, e speriamo che il Covid ci consenta di realizzarla e non ne impedisca la fruizione”.
Il Professor Emanuele aggiunge poi un nuovo progetto: “La mostra che ho in mente è quella che consentirà di mostrare le opere degli artisti italiani e internazionali che sono stati durante il periodo del lockdown reclusi nelle loro case e hanno sfogato le loro disperazioni in maniera artistica. Questo progetto mi piacerebbe molto, e il titolo sarebbe: “L’arte non si ferma neanche di fronte alla pandemia””.
Non sempre, però, le istituzioni sono sensibili alla necessità di sostenere nuove iniziative. Talvolta la burocrazia mette dei paletti in grado di frenare le migliori intenzioni: “Io credo di poter dire di essere protagonista nella creazione di un’istituzione museale, il Museo del Corso, che annovera tra i suoi capolavori opere dal ‘400 a oggi, convinto come sono che l’arte non ha tempo, non ha periodi, ma è un fluire ininterrotto che parte dalla mente e dal cuore dell’uomo, e che quindi bisogna farla ammirare in tutta la sua interezza. Sono orgoglioso di affermare che ho raccolto in un unico museo quelle opere d’arte dal ‘400 fino ad altre degli street-artist di fama mondiale che hanno illuminato con le loro creazioni un quartiere periferico di Roma come Tor Marancia, ma sono addolorato di dover dire che a causa della burocrazia di questo Paese – in particolare di questa città, che da cinque anni mi denega la possibilità di aprire al pubblico gratuitamente lo spazio espositivo, nonostante io paghi tutte le spese per ristrutturarlo e renderlo fruibile – questo progetto ancora non ha visto la luce. Ho inserito quindi in questo progetto museale la digitalizzazione, che consente ai visitatori di scoprire il contenuto e la storia dell’opera d’arte attraverso la lettura via app. A questo proposito, sono convinto che la tecnologia digitale sia sempre più un’esigenza. Io ricordo di essere nato nell’epoca in cui intingevo la penna nel calamaio, e oggi sono tra coloro i quali leggono i giornali sul tablet; insegno Scienza delle Finanze in via telematica per l’Università Telematica San Raffaele – dopo averla insegnata nelle università di Roma alla LUISS, alla Link Campus e all’Università Europea direttamente o, come si dice, frontalmente – e partecipo ai Consigli di Amministrazione e alle conferenze attraverso le piattaforme Zoom e Cisco Web Meeting”.
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