Alessandro, studente dell’Itis Fermi di Modena, ha inviato questa lettera riguardo il trasporto pubblico di Modena, ad alcune testate locali oltre che all’Assessora alla Mobilità sostenibile del Comune, Filippi e al competente assessorato regionale.

***

“Sono uno studente di San Cesario che tra poco inizierà la quarta superiore all’ITIS Fermi di Modena.

Anche quest’anno andrò a scuola utilizzando i mezzi pubblici, come molti altri studenti. San Cesario – Modena è un percorso di circa 18 km che si percorre in 20 minuti di auto.

Con l’autobus la storia è diversa, non esistono corse dirette, quindi, passando per Castelfranco con la linea 760, ci si impiega un minimo di 40 minuti. Ma fin qua lo posso capire, anche se Modena – Castelfranco ha già una linea ferroviaria molto più comoda, può essere utile per coloro che devono arrivare a San Cesario da Castelfranco.

Le mattine scolastiche la storia è diversa. La via Emilia è trafficatissima. Così tanto che bisogna partire da San Cesario alle 6:40, anticipato l’anno scorso, prima l’autobus più veloce partiva alle 6:45 ma c’era così tanto traffico che arrivavamo in autostazione alle 8:15/8:30. Il numero di studenti è anche molto elevato, quelli che devono andare a Modena riempono abbondantemente un autobus se messi tutti insieme. Nonostante ciò, continuano a non esserci linee dirette, quella più veloce percorre un giro lunghissimo: parte da San Cesario, va alla Graziosa, poi fa il giro di Sant’Anna, entra nella via Emilia, gira a destra per andare a Gaggio, torna indietro sulla via Emilia e finalmente si dirige a Modena. Solitamente ci impiega almeno 1 ora.

Ogni mattina mi viene male a percorrere questa linea: a volte mi tocca farmi 1 ora in piedi perché già dalla prima fermata è pieno, per qualche strana ragione spesso a questa linea vengono assegnati gli autobus gialli, un tempo dedicati alle linee urbane e con pochissimi posti a sedere, capitano a noi per questo tragitto da 1 ora. L’aria condizionata rimane un sogno e i finestrini inesistenti rendono l’autobus una stalla. Non sto esagerando, a volte sembra che manchi l’ossigeno da quanto è pieno e con l’aria che non gira.

A una settimana dall’inizio scolastico, tutti tacciono su come funzioneranno i trasporti in questo rientro scolastico. Un mio amico di Modena già rientrato a scuola mi ha spiegato che si possono usare ancora solo il 50% dei posti a sedere e che il suo autobus (la linea 8) è talmente piena che è costretto ad andare in bici.

Visto che la mia linea è già strapiena, il solo pensiero di dover stare in quello che diventerà un formicaio, per un’ora, mi terrorizza.

Qualche giorno fa hanno annunciato di come l’entrata a scuola varia per ogni classe dalle 8 alle 9, e la SETA ha pubblicato i nuovi orari. A quanto pare hanno ben deciso che questo non era un loro problema, perché hanno introdotto ZERO nuove corse. Per arrivare alle 9, l’ultimo autobus da San Cesario parte alle 6:53. SEI E CINQUANTATRE. Per arrivare alle 9, più di due ore prima per 18 km.

Quindi ho iniziato a pensare ad alternative, realizzando che, se avessi un modo per arrivare a Castelfranco, potrei prendere il comodissimo treno delle 7:42 per arrivare a scuola alle 8 e quello delle 8:13 per arrivare, con molta più calma, alle 9.

La distanza da San Cesario a Castelfranco è di 4 km, perfetta per un giro in bici. Peccato che i piani per una ciclabile parallela alla strada, di oltre un decennio fa, siano finiti nel silenzio totale. L’unico percorso, considerato dal Sindaco una “pista ciclabile”, è un percorso mezzo sterrato in mezzo al nulla (via Viazza) che include 2 cavalcavia e campi rom, che allunga la distanza da San Cesario a Castelfranco da 4 a oltre 7km.

La strada principale (quella da 4km) è estremamente trafficata, andarci a quell’orario è un suicido. Mancano solo 2km di ciclabile per finire il collegamento, ma da anni rimangono, citando le parole del Sindaco, “un obiettivo a cui cercheremo di dare realizzazione nell’arco della legislatura”.

Guardo perciò gli orari degli autobus per Castelfranco, ero sicuro che ci fosse qualche concidenza. Inizio cercando l’insieme autobus – treno per arrivare alle 9, trovo un autobus che arriva a Castelfranco alle 8 in punto, perfetto per il treno delle 8:13.

Cerco poi l’autobus per prendere il treno delle 7:42 e arrivare alle 8. Vedo 7:27 San Cesario – 7:36 Castelfranco. Perfetto! Poi guardo meglio, e vedo che quella corsa è vacanza scolastica, quindi durante tutto il periodo scolastico non c’è. Ne cerco una prima, vedo una corsa alle 7:08, per poi scoprire che anche quella è vacanza scolastica. Quella prima ancora parte alle 6:53, guardo e vedo che passa soltanto il sabato, stessa cosa per quella ancora prima delle 6:48. E finalmente trovo la corsa che passa per San Cesario: quella delle 6:40. 6:40, per arrivare a Castelfranco 10 minuti dopo e dover aspettare quasi 1 ora.

È possibile essere messi così nel 2020? Ho fatto segnalazioni su segnalazioni, scritto a Sindaco, segnalato a SETA ed Agenzia della Mobilità di Modena, non so più a chi rivolgermi, NESSUNO ha la volontà di cambiare le cose. Fondi mancanti, autobus secondo essi “sufficienti”.

Qua a Modena siamo rimasti ancora agli anni ’70. Si parla molto di mezzi di trasporto alternativi, ma qua, per spostarti, non hai scelta. Tutte le linee ferroviarie modenesi sono state soppresse lo scorso secolo, con eccezione del gigetto (la Modena – Sassuolo), gli autobus sono già strapieni solo con noi studenti, i lavoratori non hanno modo di utilizzarli, oltre a quello le corse sono poche e non esistono corse serali, neanche nel weekend quando sarebbero utilissime per noi ragazzi.

Questo è un servizio da terzo mondo. Come fanno a pensare che i cittadini inizieranno ad utilizzare il trasporto pubblico quando è messo in queste condizioni? Troppo buonismo, qua l’unico modo per spostarsi è e rimane l’automobile.

Le piste ciclabili restano solo ed esclusivamente a Modena, tra l’altro sono quasi tutti percorsi ciclo-pedonali, pericolosi sia per i ciclisti che per i pedoni, troppo stretti per entrambi. In provincia è impossibile spostarsi da paese a paese, esistono solo alcuni tratti fatti per il giro occasionale della domenica pomeriggio (solo per svago), ma sono troppo pochi e inadatti per essere usati da pendolari. Non lo vogliamo dire ma proprio come nella mentalità degli anni ’70, mezzo secolo dopo gli autobus rimangono un mezzo per i poveri e per i ragazzi, che appena diventano 18enni si sbrigano a prendere la patente, e le biciclette restano un giocattolo per i bambini.

So che ho scritto tanto, con tutto questo voglio denunciare sia le condizioni attuali del trasporto pubblico a San Cesario, che quelle di tutta la Provincia di Modena. Siamo decenni indietro rispetto al resto d’Europa, penso che sia ora di cambiare. Da solo non posso far nulla, per questo mi rivolgo a voi con la speranza di essere ascoltato e di far partire il cambiamento spargendo la voce.

Grazie, Alessandro”.