In Provincia di Modena il commercio ambulante sta vivendo una situazione molto difficile. Dopo il primo lockdown e le riaperture dei mesi estivi, con tutte le difficoltà connesse, gli operatori su area pubblica sono stati di nuovo costretti a chiudere a seguito delle decisioni assunte inizialmente da molti Comuni Modenesi di sospendere i mercati in quanto impossibilitati ad adeguarsi alle ultime disposizioni regionali.

A seguito delle sollecitazioni delle associazioni di categoria la maggioranza dei Comuni Modenesi oggi consente lo svolgimento dei mercati settimanali, ma permangono ancora criticità in alcuni Comuni, tra cui Pavullo, Serramazzoni, Castelfranco Emilia e Bomporto dove, per una serie di problematiche, queste amministrazioni non hanno ancora dato il via libera allo svolgimento dei mercati.

“Anche se molti operatori non stanno lavorando, gli adempimenti – come i versamenti IVA, Inps, le tasse e altri balzelli sono ugualmente previsti”, commenta Alberto Guaitoli presidente di ANVA Confesercenti. “Molti ambulanti non possono lavorare però sono esclusi dai ristori economici che altre categorie sospese dai provvedimenti nazionali possono invece ottenere. Ancora una volta oltre al danno la beffa. Occorre provvedere urgentemente e trovare soluzioni operative immediate, che tengano insieme diritto alla salute e diritto al lavoro”.

Prosegue Alberto Dugoni presidente di FIVA Confcommercio: “I protocolli previsti per le aree pubbliche sono sufficienti per garantire la sicurezza. Non vorremmo mai che gli ambulanti venissero equiparati a untori e diffusori di Covid 19: questo sarebbe assurdo e non suffragato da nessun dato scientifico. Chiediamo che i mercati settimanali sospesi vengano immediatamente ripresi”.

La possibilità di svolgere il mercato rappresenta una grande opportunità per tante piccole imprese in gravi difficoltà per via della crisi dei consumi interni, del lockdown primaverile e dei suoi strascichi. In Emilia Romagna le imprese del settore sono tutt’oggi soggette a tutti gli obblighi fiscali e previdenziali e non hanno diritto ad alcun ristoro o contributo pubblico.

“Comprendiamo le difficoltà ad adeguare il mercato alle nuove disposizioni previste, ma come è avvenuto nella maggioranza dei Comuni modenesi, riteniamo sia possibile con le dovute accortezze mettere in pratica quanto indicato dalla Regione, raggiungendo l’obiettivo di permettere di operare anche alle nostre attività, che potranno così contribuire a decongestionare le altre forme distributive, oltre che a svolgere la funzione calmieratrice dei prezzi che da sempre le caratterizza”, concludono da ANVA Confesercenti e FIVA Confcommercio tramite i loro presidenti.

La situazione difficile di tante piccole imprese del settore – a cui fanno riferimento altrettante famiglie – potrebbe realmente portare alla loro chiusura, con un danno per l’intero tessuto economico regionale. Per questo FIVA Confcommercio Modena e ANVA Confesercenti Modena chiedono di rivedere al più presto la decisione presa e di permettere agli ambulanti di esercitare la loro attività nei mercati ancora sospesi.