Si è svolto ieri, giovedì 23 giugno, al Centro internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia il seminario ‘Child Move’, l’iniziativa promossa dal Comune di Reggio Emilia e in particolare dal Progetto Rosemary, ufficio minori stranieri non accompagnati e Relazioni Internazionali, in collaborazione con l’Università di Gent, in Belgio, per parlare di minori stranieri non accompagnati (Msna) verso e all’interno dell’Europa e tratta degli esseri umani, con un focus specifico sul caso della tratta nigeriana. Il seminario è stato introdotto dall’assessore al Welfare Daniele Marchi e dal messaggio del console generale d’Italia a Lagos Maurizio Busanelli.

Un team di ricercatori dell’Università di Gent, in particolare, ha presentato gli esiti del lavoro di approfondimento durato tre anni, durante i quali il gruppo ha intervistato e seguito le rotte migratorie di circa duecento minori approfondendo vari aspetti. Tra questi l’esperienza libica, le violenze di frontiera lungo le cosiddette “Rotte del Mediterraneo centrale e orientale”, gli effetti e le implicazioni della detenzione sui minori, lo stigma e la discriminazione cui sono sottoposti, le condizioni di vita delle ragazze/donne migranti vittime di tratta in Italia. Il gruppo internazionale di ricerca ha presentato gli esiti del lavoro in sole due città italiane: prima a Roma e poi a Reggio Emilia. Durante la giornata hanno lavorato insieme ai funzionari del Comune di Reggio, Fondazione Mondinsieme e numerose organizzazioni della società civile di Reggio Emilia. A Reggio sono intervenuti diversi ricercatori del progetto tra cui: Ilse Derluyn, Giacomo Orsini, Sarah Adeyinka, Océane Uzureau, Marina Rota.

“Quella dei minori stranieri non accompagnati – ha detto l’assessore Daniele Marchi – rappresenta una vera emergenza umanitaria per l’Europa, per l’Italia e anche per la nostra città. Sono tanti i minori che affrontano viaggi terribili fatti di violenza, detenzione, abusi e che arrivano poi nelle nostre città a cui i Comuni sono chiamati a dare accoglienza e supporto. Solo nel 2021 sono stati accolti 129 minori nella nostra città. Le competenze e la passione degli operatori da soli non bastano serve una presa di coscienza urgente da parte del governo per supportare di più e meglio gli enti locali. Abbiamo voluto assieme al Progetto Rosemary organizzare questo momento di approfondimento per analizzare e confrontarci sulle strategie di intervento e protezione dei minori stranieri non accompagnati e della tratta di esseri umani”.

“Vorrei esprimere l’apprezzamento verso l’Amministrazione comunale e il progetto Rosemary per aver promosso questo workshop che fa tappa in Italia, a Roma e Reggio Emilia – ha detto il console generale Maurizio Busanelli – È un’importante opera di ricerca che fa emergere contraddizioni e complessità di questo periodo storico”.

“Uno degli obiettivi principali di ChildMove è formulare raccomandazioni per tecnici e politici – ha detto la professoressa Ilse Derluyn del Dipartimento di  Social Work and Social Pedagogy dell’Università di Gent – Presentare i risultati della nostra ricerca a professionisti e responsabili politici coinvolti è un elemento particolarmente importante per tutto il team di ricerca di ChildMove. La giornata di approfondimento non è stata solo un’opportunità unica per condividere ampiamente le nostre scoperte, ma evidenzia anche come il Comune di Reggio Emilia vuole accompagnare i progetti che promuove mettendoli a confronto con la ricerca sul campo anche al fine di migliorare i progetti a supporto dei minori non accompagnati e dei rifugiati”.

Nel pomeriggio si sono svolte due sessioni parallele con altrettanti focus specifici.

La prima sessione è stata dedicata al traffico di esseri umani,e  in particolare al caso nigeriano, con approfondimenti specifici sul coinvolgimento delle famiglie nella tratta; il ruolo chiave dei rituali juju nel traffico di esseri umani tra Nigeria ed Italia (ed Europa); la violenza sessuale durante la migrazione (forzata) e dopo l’arrivo in Italia (ed in Europa);esperienze di razzismo e stigma sessuale nella quotidianità delle ragazze/donne nigeriane vittime di tratta.

Una seconda sessione è stata invece incentrata sui minori non accompagnati, sui fattori di rischio e le strategie di protezione. Nel corso dell’approfondimento sono stati toccati diversi punti, tra cui la migrazione dei minori non accompagnati in Libia ed in Europa: l’impatto dell’esperienza libica ed implicazioni terapeutiche; gli effetti della detenzione dei minori sulla salute psicologica ed implicazioni terapeutiche e politico-amministrative; stigma, discriminazioni; strutture d’accoglienza e protezione: rischi e buone pratiche

I workshop sono stati un’interessante occasione di confronto e di dialogo tra i ricercatori dell’Università di Gent e gli operatori che a diverso titolo lavorano sul territorio di Reggio Emilia.


IL PROGETTO ROSEMARY E L’ATTIVITÀ DEL COMUNE –Il Progetto Rosemary del Comune di Reggio Emilia, inserito nella rete rete regionale “Oltre la Strada”, dal 1997 è attivo come ente anti-tratta attraverso  interventi territoriali di emersione e tutela delle vittime di grave sfruttamento e tratta di esseri umani.

Le attività rivolte alle persone vittime di tratta e sfruttamento, gestite in convenzione con l’associazione Rabbunì e la cooperativa sociale L’Ovile, sono: attività di primo contatto con le popolazioni a rischio di sfruttamento (sessuale,lavorativo,in economie illegali,accattonaggio), azioni di protezione immediata e prima assistenza, accompagnamento legale, tutela psico-socio-sanitaria, orientamento e formazione, attività di inclusione attiva attraverso azioni di assistenza e integrazione sociale, attività mirate al raccordo operativo tra il sistema di protezione e contrasto delle vittime di tratta e grave sfruttamento e il sistema tutela dei richiedenti/titolari di protezione.

Nell’ambito dei Servizi Sociali del Comune di Reggio Emilia, all’interno del gruppo di lavoro Accoglienza e Integrazione è collocato l’ufficio che si occupa di Minori Stranieri Non Accompagnati, composto da 1 Assistente Sociale ed 1 Educatrice (dipendente di ASP Città delle Persone).

Accedono al servizio minorenni che provengono da Stati non appartenenti all’Unione Europea e che non hanno riferimenti parentali adulti sul territorio italiano.

L’accesso al sistema di accoglienza per i ragazzi che vengono rintracciati sul territorio avviene principalmente attraverso la Questura che attiva il servizio H24 per una  collocazione in urgenza; successivamente i MSNA vengono inseriti in strutture di accoglienza in base a una prima valutazione sulle caratteristiche personali osservate.

Le operatrici del Servizio, oltre alla definizione del tipo di collocazione elaborano insieme al personale delle comunità o appartamento di semi-autonomia e al Tutore nominato dal Tribunale per i Minori un progetto socio-educativo individuale, finalizzato all’autonomia e all’integrazione sociale del ragazzo, in ordine al percorso di regolarizzazione, istruzione e formazione e socializzazione.

A fronte di vulnerabilità fisiche o psichiche o altre problematiche il Servizio agisce in integrazione con i Servizi sanitari. Il Comune è inoltre titolare del Progetto SAI MSNA.