Sfileranno insieme ad amici e familiari, le lavoratrici e i lavoratori della Nichel Cromo di Mirandola sabato mattina 6 novembre per le vie del centro storico. Promettono un corteo molto partecipato, oltre 100 persone, che partirà dalla sede della Cgil di Mirandola in via Agnini alle ore 10 per arrivare a piazza Costituente presso la sede del Municipio, dove chiederanno di essere ricevuti dal sindaco Maino Benatti. Sfileranno con cartelli colorati e le seguenti richieste: “Vogliamo lavorare”, “Basta cassa integrazione”, “Cercasi imprenditore”, “Quale futuro per i nostri figli”.

L’azione dimostrativa promossa dalla Fiom/Cgil di Mirandola, mira a tener alta l’attenzione sul caso della Nichel Cromo, l’azienda mirandolese il cui proprietario è attualmente all’estero e si è reso irreperibile, delegando l’avvocato di fiducia a reperire nuovi compratori in grado di far ripartire l’azienda.

E’ noto infatti che da maggio scorso la Nichel Cromo, 47 addetti in prevalenza donne, è ferma causa danni provocati da un incendio e le lavoratrici sono state messe in cassa integrazione sino a fine anno. A metà ottobre, al termine dei lavori, avrebbero però dovuto riprendere il lavoro, essendo stati riparati i danni ed essendo ritornato agibile lo stabile.

“A oggi però le lavoratrici non hanno alcuna certezza di ricominciare a lavorare – afferma Erminio Veronesi della Fiom/Cgil – e si tratta di un’azienda che anche per le produzioni specializzate, cromature enichelature di materiali plastici, non ha conosciuto crisi e potrebbe riprendere a lavorare anche subito”.

“Al sindaco di Mirandola Benatti – prosegue il sindacalista Fiom – chiederemo che l’Amministrazione continui come ha fatto sinora a sostenere la nostra vertenza, che ci aiuti a sbloccare tutte le procedure per far ripartire la produzione. Abbiamo bisogno che non si spengano i riflettori su questa vicenda”.

Segnali rassicuranti su possibili nuovi acquirenti interessati a rilevare la Nichel Cromo sono stati annunciati dall’avvocato Mantovani ai rappresentanti sindacali, ma di concreto però ancora niente, mentre mancano anche le autorizzazioni degli organismi di vigilanza necessarie per lavorazioni rischiose per la salute come queste.

(Fiom/Cgil Mirandola)