Ieri pomeriggio il Capo di gabinetto della prefettura di Modena Scognamillo ha consegnato la medaglia di bronzo al merito civile, conferita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Comune di Montese per i tanti patimenti e lutti subiti dalla popolazione e per la totale distruzione del paese durante la seconda guerra mondiale. Lo ha appuntato sul Gonfalone del Comune nel corso della seduta del Consiglio comunale aperto, che si è svolta nel salone principale del Museo storico di Montese.

Presenti numerose autorità civili, militari, rappresentanti di associazioni combattentistiche e d’arma, e Montesini.

Fra questi, il vice comandante dell’Accademia militare di Modena, gen. Morace, il vice comandante dei carabinieri col. Iannizzotto, l’addetto militare dell’esercito del Brasile presso l’Ambasciata brasiliana in Roma, col. Denison, il presidente della Provincia di Modena Demos Malavasi, i consiglieri regionali Palma Costi e Mauro Manfredini.

Dopo il saluto dell’assessore Andrea Dondi e l’intervento del sindaco Luciano Mazza, di fronte a numerose autorità il dott. Scognamillo ha letto la motivazione delle medaglia ricordando che questa ha «un grande valore simbolico. Nella medaglia – ha detto – ci sono i valori della democrazia e i valori fondanti della nostra civiltà. Noi dobbiamo fare in modo che questi valori, questi episodi, restino non solo nella memoria, ma siano presenti nelle generazioni future. Non si può dimenticare quello che è successo perché non deve più accadere».

L’addetto militare brasiliano, col. Denison, ha sottolineato che il territorio di Montese è stato un punto importante della storia della Feb. «I soldati brasiliani – ha ricordato – venuti a combattere per liberare Montese, furono accolti a braccia aperte dalla popolazione e furono soldati valorosi e giusti».

Il sindaco di Montese Luciano Mazza ha affermato che «L’onorificenza che oggi il Comune riceve, e che ci rende molto fieri, rappresenta il riconoscimento del sacrificio dei nostri concittadini per la libertà, la democrazia e la ricostruzione di una società nuova».

Aude Pacchioni, presidente provinciale dell’ANPI, ha affermato che «le popolazioni non devono dimenticare questo periodo storico. E’ stato grave, ma ha dato anche dei grandi insegnamenti: che ci si può risollevare, che è possibile cambiare, conquistare traguardi nuovi. Lo ha fatto Montese, il nostro Paese, con impegno militare ma anche civile. La partecipazione delle popolazioni alla resistenza ha aiutato la liberazione del paese.

Questa situazione avrebbe meritato una medaglia di maggior valore».