“Finalmente la Giunta non ha più le mani legate. Spero che oggi il Sindaco possa emettere l’ordinanza che vieta la somministrazione di alcolici a tempo, agli open bar, avvalendosi dell’articolo 181 del TULPS al quale aveva già fatto riferimento il Giudice Giovanni Fanticini”.

“Ma io credo che il consigliere Avv. Corsi avesse già detto che la scelta operata da certi locali, di offrire da bere alcolici a prezzi stracciati, si tratti di lusinghe mercantili spericolate perché attraverso il modico prezzo si stimola i ragazzi a bere e si creano le condizioni per favorire l’ubriachezza, attraverso il consumo smodato; una norma di pubblica sicurezza vieta la somministrazione di alcolici a chi è in stato di ebrezza o in preda ai fumi dell’alcool, il verificarsi di questi eventi espone gli esercenti al rischio che gli venga sospesa l’attività, noi non siamo contrari a nessuna attività lecita, a volte non basta rispettare le leggi esistono anche le leggi morali, ci intristisce dovere constatare che gli interessi economici dei “divertimentifici” prevalgano sulla crescita e sulla vita dei nostri giovani.
Quando i giovani che tu interroghi ti dicono si è vero, i nostri compagni, incominciano a bere alcolici a 13/14 anni, nei locali e nelle discoteche, se la legge vieta la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni, dove sono i controlli ed i controllori?
Nel 2005 sono morti 1.636 giovani tra i 16 e i 29 anni, 637 tra i 25 e i 29 anni, sono stati 109.361 feriti tra i 16 e i 29 anni, 41.230 tra i 25 e i 29 anni, troppi giovani sono privati di una vita normale, poi ci sono gli adulti che provocano incidenti mortali per guida in stato di ebrezza e sotto effetto di droghe, una vera e propria guerra con migliaia di morti e feriti ed un costo per la nostra società di 34 miliardi di euro.
L’inasprimento delle pene è buona cosa, ma è con la prevenzione che si ottengono i risultati migliori.
Il problema era e sarà sempre quello dei controlli, debbono concentrarsi vicino ai pub, ristoranti, discoteche ed in tutti quei luoghi dove l’alcool scorre a fiumi, ma chi deve effettuare questi controlli, la Polistrada, è stata messa ko causa i tagli di 1.300 uomini a gennaio; la forza del corpo è di 10.000 uomini come nel 1960, operano con macchine che sono catorci e a volte sono senza benzina e con questi mezzi e questi uomini dovrebbero passare da 200.000 a 1.000.000 di controlli all’anno, ditemi come questo sia possibile; dovranno essere affiancati da altre forze, considerando che in Spagna se ne fanno quasi 3.000.000 all’anno ed in Francia più di 2.000.000.
L’ASPAS, l’associazione degli amici della Polistrada, da anni svolge un’opera altamente meritoria di sensibilizzazione e ci dice che i nostri ragazzi muoiono sulle strade quasi tutti nelle notti fra il venerdi ed il sabato, le cause sono nell’ordine: alcool, sostanze stupefacenti ed alta velocità.
La cosa più grave che l’ASPAS denuncia, che la probabilità di ciascuno di noi di incrociare un controllo con l’etilometro è di 1 volta ogni 175 anni.
Altre regole preventive sarebbero:
1° effettuare la chiusura di tutti i locali alla stessa ora per evitare il nomadismo e trasferirsi da una discoteca all’altra.
2° limitare la velocità dalle 22.00 alle 06.00 del mattino successivo.
3° revoca della patente per i recidivi ed informare i giovani che il limite di alcolemia è di 0,5 grammi/litro e se superano il valore di 1,5 c’è il sequestro dell’auto.
Due ricercatori inglesi esperti in sostanze d’abuso legali ed illegali dicono che gli alcolici sono più devastanti di Exstacy e LSD, secondo la Rivista Lancet, fra le 20 sostanze più devastanti l’alcool è al 5° posto, dopo eroina, cocaina, barbiturici e metadone.
Se questo è vero, cosa hanno fatto i nostri amministratori ed il Governo per contrastare questo fenomeno, poco e niente, le istituzioni si impegnino direttamente.
I nostri ragazzi non percepiscono l’abuso di alcool e cocaina come malattia e dipendenza , chi beve e chi si droga perché lo fa? Ci dobbiamo chiedere come mai tante persone normali, giovani e meno giovani chiedono aiuto all’alcool ed al composto chimico, lo fanno per andare al di là delle proprie capacità, questa è la spia di una grande angoscia, di chi vorrebbe la felicità, ma non conosce altre vie se non quella di procurarsi surrogati e cercare il superamento di qualsiasi limite. Questo è un sintomo di grandissima solitudine di chi non ha stima in sé stesso e ritiene di non poter incontrare nessuno e si affida alle cose che gli appaiono più semplici e facili.
Diciamo, facciamo capire a questi giovani, che esiste anche una felicità collegata alla virtù, alla giustizia, alla carità, allo sport, allo studio, al prepararsi al futuro.
Io credo che noi cittadini, gli amministratori, chi ci governa non abbiamo la giusta percezione del fenomeno vecchie e nuove droghe, nuove motivazioni, questa è una sfida epocale, posta alla modernità, occorre costruire un sistema di alleanze per dar corso ad una comunità educante, l’obiettivo è costruire, oserei dire, quella che si chiama resiglienza, cioè l’abilità della persona di riemergere dalle avversità e di perseverare nel tempo pur tra le difficoltà.
Con i nuovi stili di consumo sono anche le famiglie a trovarsi in grande difficoltà, non solo le famiglie disgregate e problematiche, ma anche per le famiglie che seguono i propri figli è difficile associare certi comportamenti all’uso di droghe e alcool, in casa di solito durante la settimana i ragazzi non bevono, comunque a mio avviso è alla famiglia che è delegato il compito maggiore per l’educazione dei propri figli.
Noi genitori dobbiamo essere un po’ meno permissivi e dialogare costantemente con loro”.

(Achille Corradini –
Costruire Reggio)