Nuovo appuntamento lunedì 8 marzo alle ore 21, presso il Teatro della Fondazione San Carlo, con le letture pubbliche di VivaVoce 2004. Giuliano Scabia, scrittore e poeta, regista e spesso narratore-attore dei propri testi, racconterà storie intorno al mito dell’uomo selvatico.

Partendo da Robinson, la serata sarà come sempre un pellegrinaggio evocativo tra gli archetipi del nostro immaginario moderno. L’uomo selvatico è sogno e mito dell’uomo civilizzato, evoca il rimpianto per una naturalezza perduta. “Da Humbata al dio Sylvanus a King Kong al Gorilla Quadrumàno, è tutto un andare e venire fra foreste, poemi, film e università”, così lo stesso Scabia introduce la serata. “È tutto un travestirsi per andare a trovarlo. Quella volta che hanno cominciato a bruciare e tagliare i boschi per fare pascoli e campi, là è cominciato il senso di colpa verso la foresta e tutto ciò che è selvatico”


Giuliano Scabia ha acquistato negli anni una statura di grande raccontatore. Secondo Marco Belpoliti è “uno dei pochi, forse l’unico scrittore mitico in circolazione… La storia di Giuliano Scabia per raccontarla tutta ci vorrebbe un intero libro o un lungo documentario, ed è una delle storie più belle e sconosciute non solo del teatro e della poesia, ma anche del romanzo e della narrazione”.


Ideatore di situazioni teatrali e comunitarie, come quella dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste, di recente Scabia ha completato i 19 testi (commedie, lettere, racconti) che costituiscono il ciclo del “Teatro vagante”. Un teatro raccontabile oltre che rappresentabile, che frequentemente va in giro a recitare da solo, in case di conoscenti e amici, in piccole comunità che si formano per ascoltare. Sono descritte come un’esperienza memorabile le sue camminate per boschi infarcite di racconti, ospitate in qualche festival estivo.


Il lavoro sulla lingua compiuto attraverso la ricerca teatrale è confluito nei romanzi In capo al mondo (Einaudi, 1990) e Nane Oca (Einaudi, 1992), che insieme alle Lettere a Dorothea configurano la particolarità di Scabia come narratore. Nel 1995 ha pubblicato Il poeta albero (Einaudi), il libro di poesie e disegni in cui è racchiusa l’anima del suo itinerario negli ultimi vent’anni. Tra le ultime pubblicazioni, Lorenzo e Cecilia (Einaudi, 2000), Lettere a un lupo (Casagrande, 2001) e Opera della notte (Einaudi, 2003).