“Aceto balsamico di Modena – modenese”. E’ questa la proposta di denominazione per il balsamico industriale avanzata dall’assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena Graziano Poggioli, anche a nome della Regione, lunedì scorso all’incontro tecnico che si è svolto a Roma nella sede del ministero delle Politiche agricole per definire i contenuti della richiesta ufficiale da avanzare alla Commissione europea per ottenere l’Indicazione geografica protetta (Igp).


La questione verrà affrontata, insieme alle altre novità emerse dalla riunione, giovedì 29 luglio, alle 15,30, nella sede della Camera di commercio di Modena. L’incontro è convocato dalle Province di Modena e di Reggio Emilia, insieme alla Camera di commercio, e sono invitati tutti i produttori. Interverrà il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini.

Alla riunione di Roma, oltre ai vertici tecnici del ministero, hanno preso parte i rappresentanti della Regione, delle Province di Modena e Reggio, dei due Consorzi modenesi produttori di balsamico industriale.

La proposta di mediazione sul nome è stata accolta dal ministero, dopo che nelle scorse settimane non era stato trovato l’accordo tra i Consorzi rispetto all’utilizzo del solo aggettivo “modenese”. Il cambio di denominazione (l’industriale viene chiamato “Aceto balsamico di Modena”) era stato richiesto nelle scorse settimane dalla Commissione tecnica dell’Unione europea per distinguere meglio il prodotto dall’Aceto balsamico tradizionale di Modena, che ha già il riconoscimento europeo Dop (denominazione d’origine protetta).

L’altra questione affrontata nell’incontro di Roma è quella relativa al disciplinare ripristinando quello concordato tra le parti. La modifica che era stata effettuata nelle scorse settimana (“un errore” lo hanno definito i funzionari del ministero) riguardava le tecniche di stagionatura.

“Adesso il primo obiettivo – commenta l’assessore Poggioli – è ottenere il riconoscimento Igp. Una volta ottenuto, però, dovremo lavorare per migliorare sensibilmente il disciplinare in modo da valorizzare meglio il legame con il territorio provinciale, sia per quello che riguarda la fase di imbottigliamento sia per la materia prima, i mosti, anche per iniziare un percorso che consente di aumentare la quota di vigneti”.