“Come richiesto dagli imprenditori per rilanciare il Made in Italy in settori chiave dell’economia nazionale, arriva finalmente il primo provvedimento operativo per l’indicazione obbligatoria di provenienza in un prodotto fondamentale della spesa degli italiani”. E’ quanto afferma con soddisfazione Paolo Bedoni, presidente della Coldiretti che ha raccolto un milione di firme per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti, nel commentare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto interministeriale sull’etichettatura obbligatoria del latte fresco.

Grazie alla grande mobilitazione di imprenditori agricoli e cittadini arriva l’obbligo – precisa la Coldiretti – di indicare sulle etichette del latte fresco il luogo di provenienza della stalla di mungitura e non solo quello dello stabilimento di confezionamento, per evitare che venga spacciato come Made in Italy latte munto da mucche bavaresi, austriache, francesi o slovene, per essere trasportato in cisterna e imbustato in Italia. Oggi – denuncia la Coldiretti – una busta di latte su tre è confezionata in Italia, ma contiene in realtà prodotto importato dall’estero senza alcuna informazione per i consumatori. Una situazione destinata a cambiare con il provvedimento che – sottolinea la Coldiretti – individua le modalità per la realizzazione del “Manuale aziendale per la rintracciabilità del latte alimentare fresco, finalizzato all’identificazione della provenienza e all’etichettatura”. Il manuale è uno strumento che – precisa la Coldiretti – senza aggravare gli adempimenti burocratici a carico delle imprese garantisce trasparenza dell’informazione ai consumatori e offre agli allevatori la documentazione necessaria per certificare l’origine territoriale e i comportamenti virtuosi nell’attività produttiva nel caso di eventuali frodi o emergenze sanitarie. Gli operatori – spiega la Coldiretti – dovranno realizzarlo entro il termine massimo di sessanta giorni dalla pubblicazione affinché, entro i sessanta giorni successivi, sia pienamente operativo l’obbligo dell’indicazione del riferimento territoriale nell’etichettatura del latte fresco. Si tratta di un provvedimento che anticipa i decreti previsti dalla Legge n°204 del 3 Agosto 2004, fortemente sostenuta dalla Coldiretti, per individuare in tutti i settori le modalità di indicazione del luogo di origine in modo da impedire di etichettare come italiani prodotti come l’olio spremuto da olive tunisine o la passata ottenuta da pomodori cinesi.

Si apre dunque definitivamente la strada per fare uscire la produzione agricola nazionale dall’anonimato e per consentire ai consumatori – precisa la Coldiretti – scelte di acquisto consapevoli senza cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Ma di fronte agli allarmi sanitari che si rincorrono nell’Europa allargata l’etichettatura di origine è anche – continua la Coldiretti – una necessità per intervenire tempestivamente e togliere dal mercato prodotti a rischio, come nel recente caso della diossina nel latte individuata in Olanda, Belgio e Germania, senza mettere in pericolo la salute dei cittadini o coinvolgere nella crisi imprenditori incolpevoli. La corretta informazione ai consumatori sulla genuinità, la qualità e l’origine del latte acquistato – sostiene la Coldiretti – è determinante anche per frenare il brusco calo che si è verificato nei consumi di un alimento essenziale per la dieta come il latte fresco. Una necessità come dimostra il fatto che nei primi undici mesi del 2004 si è registrato un calo negli acquisti delle famiglie italiane pari all’ 1,2% ed è stato raggiunto – precisa la Coldiretti – il livello più basso degli ultimi cinque anni durante i quali gli italiani hanno consumato a testa il 20% di latte fresco in meno per un valore che in assoluto è sceso a circa 15 litri a persona. E se oggi – conclude la Coldiretti – il prezzo del latte si moltiplica per quattro passando da un valore medio di circa 33 centesimi pagato alla produzione fino a oltre 1,32 euro al consumo, con la rintracciabilità e l’etichetta di origine sarà anche più trasparente il percorso del latte dalla stalla al negozio rendendo possibile una più equa redistribuzione del valore tra le varie componenti della filiera.