Apprezzamento per il lavoro “importante” svolto da Goletta verde “che si combina in modo virtuoso con quello svolto da Daphne, la struttura scientifica di ARPA regionale che opera dal 1977” e soddisfazione per l’esito positivo delle analisi compiute sulle acque di balneazione della costa emiliano-romagnola, “che premia il lavoro compiuto in questi anni dalla Regione Emilia-Romagna sul fronte della depurazione”.

E’ questo il commento fatto dall’assessore regionale all’ambiente Lino Zanichelli a Cesenatico in occasione della presentazione dei risultati di Goletta verde 2005.
“In Emilia-Romagna – ha spiegato infatti Zanichelli – abbiamo un livello di copertura del servizio idrico integrato, tra i più alti in Europa, grazie al costante finanziamento di interventi fognari e depurativi che la Regione ha promosso a partire dagli anni settanta.”


Attualmente i dati parlano di 1.931 impianti di trattamento delle acque reflue urbane in Emilia-Romagna, con un carico attuale trattato pari a circa 5,8 milioni di abitanti e equivalenti a fronte di una popolazione regionale di circa 4 milioni di abitanti. Non solo: la Regione grazie al Programma triennale per la tutela ambientale 2001/2003 e all’Accordo di programma quadro con il Ministero dell’ambiente, ha avviato un significativo programma di potenziamento del sistema depurativo e fognario, per una potenzialità di progetto pari a circa 7,8 milioni di abitanti equivalenti. Ma non c’è solo l’Emilia-Romagna. Su questo Zanichelli non ha dubbi: “abbiamo bisogno che il Governo promuova una forte iniziativa di coordinamento delle Regioni del Po, dal momento che la causa principale dell’inquinamento del fiume è data dai limiti di depurazione di chi sta più a nord.”


Più in generale Zanichelli ha ricordato l’importanza di agire su più fronti “perché l’Emilia-Romagna è una regione con un fortissimo carico antropico, al centro di quel bacino padano con più di 15 milioni di abitanti, in cui viene prodotto quasi il 50% del PIL nazionale. ” La strada esiste già ed è quella indicata dalla Regione con il Piano per la gestione integrata delle zone costiere, che prevede appunto l’integrazione di tutte le iniziative svolte nei diversi settori produttivi, agricoli, trasportistici, per promuovere uno sviluppo sostenibile.