Sul tema degli alloggi da destinare agli studenti universitari fuori sede a Modena e Reggio Emilia si trasmette una nota con cui il presidente di Arestud, Claudio Bergianti, illustra una proposta.

“L’avvio dell’anno accademico ripropone il tema dell’accoglienza dei circa 5000 studenti fuori sede, di cui 4000 a Modena e 1000 a Reggio Emilia. Circa 500 di questi, 387 a Modena e 97 a Reggio Emilia, in base a condizioni economiche disagiate e sufficiente merito, usufruiscono del posto alloggio nelle residenze di Arestud, cifra che copre il 100% degli aventi diritto a Reggio e il 90% a Modena, anche se a Modena confidiamo che la lista di attesa possa essere smaltita nel corso dell’anno accademico. In ogni caso giungeremo alla piena soddisfazione della domanda il prossimo anno quando avremo a disposizioni i posti del S. Filippo Neri.
Il tema, però, è come muoversi per garantire ad una fascia ben più vasta di studenti l’accesso a costi sostenibili ad un posto alloggio, con opportuni interventi correttivi su un mercato che, lasciato a se stesso spesso produce fenomeni speculativi e irregolarità.
Si tratta allora, raccogliendo anche la sollecitazione di associazioni studentesche, di lavorare ad un accordo tra Università, Arestud, Comune di Modena, Comune di Reggio, Acer e associazioni che operano nel campo della casa, che consenta uno sforzo comune e l’individuazione di strategie condivise.
Mi permetto perciò di avanzare un’idea su quello che potrebbe essere il punto centrale di un simile accordo. Si potrebbe lavorare ad una estensione e traduzione per gli studenti di alcuni strumenti della politica della casa. Penso ad esempio all’edilizia convenzionata, all’edilizia agevolata, ai contratti ad affitto concordato, fino a promuovere l’accoglienza degli studenti nelle famiglie. Sono convinto che agendo su un vasto spettro di formule e possibilità si possono fare opportune sperimentazioni e ottenere risultati. Offrire un pacchetto di possibilità agli studenti fuori sede avrebbe infatti il significato politico e civile di mostrare ai giovani il volto di comunità amichevoli che credono in loro.
Non bisogna mai dimenticare che l’incremento dei giovani che vengono a studiare a Modena e a Reggio Emilia da altre parti d’ Italia o dall’estero è un fatto positivo per la crescita dell’Università, ma lo è anche per il futuro delle città e dei nostri territori, in cui c’è bisogno di nuovi talenti, non fosse altro perchè – per ragioni demografiche – il fabbisogno di competenze non può essere soddisfatto solo dai giovani locali. I quali, peraltro, e’ bene che si facciano a loro volta un’ esperienza internazionale.
Ma si tratta soprattutto di una esigenza di qualità, di arricchimento di quel patrimonio di creatività, spirito di iniziativa e voglia di innovazione che, solo, può consentirci di sostenere la competizione globale. Naturalmente non abbiamo bisogno di una espansione purchessia dell’ Università, ma di un’ apertura mirata frutto di eccellenze nella proposta formativa. Nonostante l’incremento degli ultimi anni, il grado di apertura e di attrazione del nostro Ateneo è ancora basso.
Rendere più interessante per tanti giovani studiare a Modena e a Reggio è perciò un obiettivo che accomuna Università, istituzioni e forze locali. Pur non avendo una situazione drammatica come quella di Bologna, occorrono impegno e strategie adeguate per consentire l’accesso all’alloggio a costi sostenibili per quegli studenti che, pur non essendo in una condizione che richieda assistenza, non possono permettersi i costi correnti.
L’auspicio, in conclusione, è quello delle chiamata a raccolta delle città su questo tema, ognuno con le proprie possibilità e le proprie competenze, dando al territorio di Modena e Reggio Emilia l’occasione di sperimentare un modello di risposta dell’intero sistema, ad una categoria come quella degli studenti che rappresenta un patrimonio fondamentale per il futuro del territorio”.

(Claudio Bergianti – Presidente di Arestud di Modena e Reggio Emilia)