Il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Bologna ospiterà sabato il ‘Progetto Cessazione del Fumo‘, per iniziativa della Società Italiana di Farmacologia e della Società Italiana di Medicina Generale, con il contributo di Pfizer Italia.

Il progetto – spiega una nota dei promotori – è particolarmente importante anche alla luce del fatto che, ad esempio in Emilia-Romagna, a due anni dall’introduzione della legge che vieta di fumare nei locali pubblici “ancora troppe persone non rinunciano alle sigarette e l’età della prima sigaretta tende a restare molto bassa (il 75% dei maschi 89% delle femmine iniziano prima dei 18 anni)”.

Lo scopo principale del ‘Progetto sul fumo’ è quello di fornire al medico di base gli strumenti necessari per aiutare il paziente che abbia gravi difficoltà a smettere di fumare.
Secondo la recente indagine internazionale ‘Stop (Smoking: the Opinion of Physicians)’ condotta su circa 3.000 medici, di cui 200 italiani, il 59% dei professionisti intervistati “delega quasi sempre la responsabilità di smettere di fumare al fumatore, convinta che il fumo sia il fattore di rischio più difficile da trattare. In questo contesto è essenziale formare operatori sanitari competenti su questa problematica, in particolare attraverso programmi formativi di alto livello culturale e scientifico”. In Emilia Romagna i fumatori sono il 21,7% della popolazione residente, circa 900 mila, 28% uomini e il 23% donne (fonte Iss Progetto Cuore).
Il dato è di più di due punti percentuali inferiore alla media nazionale, ma ancora troppo alto – rilevano gli esperti – “se si vogliono ridurre le problematiche che il consumo di nicotina provoca: dai danni respiratori a quelli cardiovascolari”.

Ogni anno sono 18.000 le persone che in Emilia-Romagna decidono di smettere di fumare, e di queste solo 2.650 lo hanno fatto con il supporto dei 42 Centri Antifumo operativi in regione. L’età media di chi smette di fumare si è spostata verso l’età matura, dai 60 anni in su, e riguarda in particolare persone con elevato titolo di studio (laurea, diploma).
Dalla ricerca ‘Stop’ emerge inoltre che nove ‘camici bianchi’ su dieci accusano la mancanza di linee guida di riferimento. Il campione intervistato ritiene anche che, per ottenere maggiori risultati e incentivare i fumatori ad abbandonare la sigaretta, sarebbe utile dare ampia visibilità alle percentuali di successo (84% del campione), oltre a richiedere una formazione adeguata per comunicare con i pazienti in maniera più efficace (81%) e disporre di farmaci su prescrizione che garantiscano il successo in almeno un paziente su tre (88%).

L’incontro di Bologna si pone l’obiettivo di andare incontro alle esigenze della classe medica, fornendo gli strumenti necessari per aiutare il paziente a smettere di fumare.