CNA e Istituzioni parlano di donne e impresa. Lo faranno domani 6 dicembre a Bologna nella Cappella Farnese del Palazzo Comunale (ore 10) nell’ambito di un’iniziativa su “Strumenti e prospettive per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile”.

Le ragioni per parlare del fare impresa al femminile ci sono tutte: l’Emilia-Romagna è, infatti, una regione fortemente caratterizzata dalla presenza di donne nel lavoro autonomo; a fine 2005 le imprese a titolarità femminile (dati novembre 2006 – Regione Emilia-Romagna) sono risultate 85.326 sul totale delle 425.225 unità attive. L’imprenditoria femminile cresce più di quella maschile; negli ultimi due anni, il 3,2% contro il 2,4%. Ad aumentare sono soprattutto le attività legate ai servizi, oltre ai trasporti, alberghi e ristoranti e commercio, comprese le riparazioni di beni di consumo. Le imprese dirette da donne in regione sono in prevalenza imprese individuali, anche se è consistente la quota di società di persone, mentre la presenza delle società di capitale ammonta all’8,3%. Dal punto di vista dell’età, il 52% delle titolari, socie e amministratrici delle imprese si colloca nella fascia tra i 30 ed i 39 anni e per il 48% gestiscono un’impresa da oltre 10 anni.

Una galassia eterogenea e composita quella delle donne imprenditrici, caratterizzata da cambiamenti veloci che ne modificano caratteristiche ed esigenze. Proprio per questo CNA Impresa Donna dell’Emilia Romagna ha promosso dal 2005 una Borsa di Studio annuale il cui obiettivo è quello di incentivare la ricerca e l’approfondimento nell’ambito dell’imprenditoria femminile. “Monitorando il fenomeno, osservandone le evoluzioni, si potranno studiare politiche e strumenti di maggior incisività – spiega Lucilla Pieralli presidente di CNA Impresa Donna dell’Emilia Romagna che associa oltre 26.000 imprenditrici, di cui il 4,35% nate all’estero – perché se è vero che, soprattutto in questa regione, vi è stato un progressivo miglioramento della condizione occupazionale delle donne, e che da un punto di vista quantitativo e della qualità del lavoro, l’imprenditoria femminile è in crescita, è altrettanto vero che sono ancora numerosi i problemi che le donne a capo di aziende si trovano ad affrontare”. Innanzi tutto, le difficoltà di accesso al credito dovute, in parte alla dimensione delle imprese prevalentemente medio piccola e in parte, al permanere di alcuni pregiudizi nei confronti del management femminile; il problema appare particolarmente sentito dalle imprese nella fase di avvio essendo, generalmente una donna, più sprovvista di capitali rispetto ad un collega uomo.
Altri due elementi critici sono il fabbisogno crescente di formazione specializzata e servizi dedicati allo start-up e al consolidamento delle neo imprese; e la necessità di conciliare i tempi di lavoro con gli impegni di cura di figli e famiglia.

Alle ore 12, al termine del convegno – al quale interverranno il direttore generale alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna Morena Diazzi, l’assessore alle attività produttive della Provincia di Bologna Pamela Meier, l’assessore alle attività commerciali del Comune di Bologna Cristina Santandrea, l’assessore alle politiche per le differenze del Comune di Bologna Maria Virgilio, Lucilla Pieralli presidente CNA Impresa Donna Emilia Romagna e Loretta Ghelfi segretario CNA Bologna – verrà consegnato il Premio alla vincitrice dell’edizione 2006 della Borsa di Studio ”Mirella Valentini”.

La selezione delle tesi di laurea e dei lavori di ricerca pervenuti dalle Università di tutta Italia condotta dal Comitato tecnico scientifico del Bando, ha scelto come miglior lavoro quello presentato da Manuela Trocchi, laureata in psicologia presso l’Università di Bologna – sede di Cesena – la quale, con la tesi dal titolo “L’imprenditoria, il ciclo di vita dell’impresa, la performance di successo. Analisi psico – sociale su un gruppo di imprenditrici”, si aggiudica il premio consistente in un assegno di 3000 euro ed uno stage organizzato in collaborazione con Comune e Provincia di Bologna.

La motivazione è che la tesi vincitrice “ha utilizzato un approccio innovativo nell’analisi dell’imprenditoria femminile tenendo conto del rapporto degli aspetti relazionali nell’organizzazione dell’impresa da un lato e della redditività dell’azienda dall’altro; evidenziando le peculiarità dell’approccio femminile nella gestione delle imprese. Sono state analizzate le opportunità e i limiti dell’approccio culturale all’organizzazione dell’impresa, non limitandosi al campo teorico ma valutando un’applicazione empirica”.