Infortuni sul lavoro in calo anche se resta molto da fare. E’ la chiave di lettura dell’analisi dei più recenti dati modenesi forniti dall’Inail, l’Istituto nazionale assicurazioni infortuni sul lavoro, aggiornati al 31 ottobre del 2006. Dall’indagine presentata nei mesi scorsi, infatti, emerge la conferma della tendenza alla riduzione degli infortuni che continua dal 2001 quando hanno sfiorato i 27 mila nel settore industria e servizi.

Nel 2005, invece, a Modena ne sono stati registrati 22.780 con una riduzione del 15 per cento. Il calo è stato del 2,8 per cento in regione e dell’8,2 per cento a livello nazionale. L’anno precedente a Modena erano stati denunciati 23.712 infortuni.
Anche nel settore agricoltura si registra una riduzione generalizzata degli infortuni: 1.130 denunciati nel 2005 rispetto ai 1.483 del 2001 (nel 2004 erano stati 1.241).
Nei cinque anni considerati dall’indagine (2001-2005) gli incidenti mortali a Modena sono stati 94 di cui 48 costituiti da infortuni mortali cosiddetti in itinere (nel tragitto casa-lavoro-casa) e stradali in genere, mentre 46 sono effettivamente accaduti in occasione e nei luoghi di lavoro. La maggior parte di questi ultimi sono avvenuti in edilizia (19) e in agricoltura (13) soprattutto per “cadute dall’alto” e “ribaltamento di trattore”. Nel 2001 gli infortuni mortali sono stati 21, 20 nel 2002, 21 nel 2003, 14 nel 2004 e 18 nel 2005.
I settori a maggior frequenza infortunistica sono, in ordine decrescente, il minerario-ceramico, le lavorazioni agricole industriali, macelli e alimenti, le lavorazioni del legno e l’edilizia mentre quelli a maggior gravità risultano essere l’edilizia, il legno, i trasporti, le lavorazioni agricole industriali e alimentari e il minerario-ceramico.
Gli indici medi, a partire dal 94-96, mostrano una tendenza alla riduzione particolarmente marcata nei settori tradizionalmente considerati a maggior rischio, dove si sono anche più concentrate le attività di prevenzione e di repressione. Riduzione che risulta ancora più marcata negli ultimi anni.

La provincia di Modena, confrontata con le altre province della regione, si colloca all’ottavo posto per frequenza infortunistica (solo Piacenza ha frequenze inferiori) e all’ultimo per gravità (si calcola considerando le giornate di lavoro perse) guadagnando in entrambi i casi una posizione rispetto all’anno precedente.

“Trecento nuovi ispettori a livello nazionale, agevolazioni e crediti d’imposta per formazione e prevenzione: sono le due misure più importanti, per significato e contenuti, che insieme ad altre danno fiducia a chi come noi si sta impegnando sul fronte della sicurezza sui luoghi di lavoro”. Lo afferma l’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli commentando l’approvazione della legge delega al governo per un testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro e ricordando l’appuntamento di settembre per il rinnovo protocollo del tavolo provinciale sulla sicurezza.

La nuova legge prevede diverse novità sia per i campi di applicazione, estendendo la sua valenza a tutti i settori di attività e a tutte le tipologie di lavoro, subordinato e autonomo, sia per modalità tecniche, riordinando la normativa in materia di macchine, impianti e attrezzature di lavoro, che per la riformulazione di tutto l’apparato sanzionatorio, amministrativo e penale.
Particolare attenzione viene posta anche alla regolamentazione dei nuovi rapporti di lavoro, diretti o indiretti, con importanti misure volte al contrasto del lavoro irregolare dove spesso si rivelano maggiori problemi in termini di sicurezza e salute dei lavoratori, come ricorda l’assessore Cavicchioli sottolineando che «le azioni che noi riteniamo fondamentali in ambito provinciale sono quelle mirate a formazione e prevenzione con relative agevolazioni per aziende virtuose e semplificazione delle procedure da un lato, al maggior controllo del territorio e all’inasprimento delle pene dall’altro”.
Per Cavicchioli, infatti, “la battaglia per la sicurezza del lavoro si colloca nel contesto della guerra che abbiamo dichiarato alla illegalità nel mondo del lavoro. E’ quindi con piacere che ritroviamo nella nuova legge un ruolo più importante delle Regioni e delle Province in termini di coordinamento delle attività di prevenzione e di vigilanza, in collaborazione con gli organismi paritetici: per noi è uno stimolo e mi auguro che lo sia per tutti nel proseguire le azioni intraprese, prima fra tutte – ricorda l’assessore – il rinnovo del protocollo del tavolo provinciale sulla sicurezza programmato per il prossimo settembre, il cui primo obiettivo è il coinvolgimento delle Polizie municipali, primo attore di quell’attività di vigilanza senza la quale nessuna azione o innovazione normativa può ragionevolmente aspirare al successo”.