L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia inaugura, in occasione del 16° Congresso mondiale IFOAM sull’agricoltura biologica, una mostra dal titolo: “Dalla camera delle meraviglie alla salvaguardia del pianeta verde”.

L’evento espositivo, che è anche un’occasione per ricordare la ricorrenza dei 250 anni dell’Orto Botanico di Modena, uno spazio attorno al quale si sono moltiplicate e sono cresciute molte attività accademiche in ambito naturalistico, diventato – grazie alle sue importanti ricerche ed attività educative svolte nel settore della botanica – un patrimonio della intera città, fornisce l’occasione per avvicinare la popolazione alle tematiche proprie della ricerca universitaria ed a settori di nuovo interesse culturale e scientifico, quali la biodiversità e le sue diverse declinazioni ed applicazioni.

La mostra, che ricostruisce un percorso espositivo “dalle piante all’uomo”, affrontando questioni come la diversità naturale, le minacce cui è espostala natura e la conservazione delle risorse per le generazioni presenti e future, viene inaugurata, alla presenza del Magnifico Rettore prof. Gian Carlo Pellacani, del Sindaco di Modena prof. Giorgio Pighi, dell’Assessore alle Politiche Urbanistiche e Qualità del Territorio della Provincia di Modena Maurizio Maletti, venerdì 21 giugno 2008 alle ore 17.00 presso gli spazi espositivi del Foro Boario (via Bono da Nonantola 2) a Modena e resterà aperta fino a lunedì 7 luglio.

La mostra si articola in tre sezioni: nella prima parte, curata dalla prof.ssa Elena Corradini dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, è evocato, con un suggestivo allestimento composto di immagini e testi antichi provenienti dalla Biblioteca Estense Universitaria e con l’esposizione di reperti provenienti dal Museo Universitario di Zoologia e Anatomia comparata, il tema della camera delle meraviglie tra Cinque e Seicento.

“Le curiosità – afferma la prof.ssa Elena Corradini – sono state protagoniste delle scienze naturali nei secoli anteriori alla rivoluzione illuminista, in particolare a partire dal Cinquecento quando, dilatandosi i confini della terra e dello spazio, prende l’avvio un nuovo collezionismo che si adegua alla complessità del sapere, dal quale trarranno origine le moderne collezioni scientifiche. Nelle camere di meraviglie o di rarità, erano conservati, oggetti strani e inusitati, curiosità, insieme con moltissimi prodotti dei tre regni della natura. Il collezionista consegnava l’assetto definitivo della sua raccolta, cui affidava la parte più importante del suo messaggio: che la collezione fosse specchio dell’universo”.

La seconda parte, curata dal prof. Daniele Dallai dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia , è dedicata all’Orto Botanico Universitario. Nel 1758, il Duca Francesco III d’Este dispose che una parte del Giardino Ducale fosse adibita alla “dimostrazione” delle piante medicinali sotto la guida del medico Gaetano Rossi. Nel 1772, con la Grande Riforma Universitaria, l’Orto Botanico entrò sotto la giurisdizione dell’Università e si delineò l’orientamento scientifico assunto dall’Orto, nato come “Giardino dei Semplici” al pari di numerosi altri italiani ed esteri. Dalla fine del XVIII secolo all’inizio del secolo attuale, gli illustri botanici che furono alla guida dell’Orto fecero grande uso, per la didattica e la ricerca, del collezionismo scientifico.

“Alla luce delle nuove esigenze di conservare e promuovere l’utilizzo sostenibile del patrimonio fitogenetico, – afferma il prof. Daniele Dallai – l’Orto Botanico modenese si è impegnato in questi anni in programmi di conservazione, in natura ed in coltivazione, di specie e o popolazioni in pericolo di estinzione, conducendo in parallelo attività museali e di diffusione della cultura scientifica anche attraverso l’educazione ambientale”.

Nella terza sezione, curata dal prof. Dario Sonetti docente all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con le Guardie Ecologiche Volontarie – GEV, si affronta il tema della “Biodiversità: il suo valore tra il perderla e il trovarla”. L’importanza ed il valore della biodiversità per la stessa vita dell’uomo non sono ancora sufficientemente conosciuti dall’opinione pubblica mondiale e tenuti nella giusta considerazione per poter attuare delle corrette politiche di gestione della “casa comune”, il pianeta Terra, e delle sue risorse.

“La varietà della vita – spiega il prof. Dario Sonetti – è la caratteristica fondamentale che accomuna e diversifica tutti gli organismi viventi che, plasmati dalla selezione naturale, hanno popolato il pianeta nel corso di quasi quattro miliardi di anni. La biodiversità ed i suoi servizi si possono salvaguardare ripensando in modo più critico ed equo alle necessità di ogni uomo sul pianeta, minimizzandone i relativi costi ambientali e facendo in modo che i consumi non superino le biocapacità di recupero e rigenerazione delle risorse naturali. Varie iniziative sono in atto per la conservazione della biodiversità, ma solo la consapevolezza e l’apporto di tutti potrà rendere fattive queste azioni”.

Gi orari di apertura della mostra, che è patrocinata dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e da Modena E’ Bio, sono i seguenti: dal martedì al giovedì dalle 16.00 alle 20.00 ed il venerdì, sabato e domenica dalle 16.00 alle 21.00.