Sono stati oltre 150 i partecipanti al convegno “I ‘nuovi consumi’ in tempo di crisi. Indagine GFK Eurisko sugli acquirenti di piastrelle di ceramica”, iniziativa promossa da Confindustria Ceramica e Federchimica Ceramicolor che ha visto la presenza dei rispettivi presidenti Franco Manfredini ed Angelo Lami, di Carlo Guglielmi, Presidente ed AD di FontanArte e Presidente della ‘Commissione per la tutela dei marchi e la lotta alla contraffazione’ e di Paolo Anselmi, vice Presidente di Gfk Eurisko.

Realizzata attraverso un campione rappresentativo dell’intera realtà italiana che negli ultimi 12 mesi ha acquistato piastrelle di ceramica, la ricerca ha evidenziato che il 78% degli acquisti di ceramica sono destinati all’abitazione di proprietà (12% alla prima casa data in affitto), che si caratterizza – nel 60% dei casi – in un appartamento di tre o più stanze. L’acquisto avviene per usura del rivestimento precedente (51%) o per obsolescenza estetica (38%) e, seppur concentrata in bagno e cucina, significative quote di utilizzo del materiale ceramico si registrano anche in altre stanze della casa.

Tra i fattori di scelta, i consumatori italiani pongono al centro del processo il proprio nucleo familiare e solo a debita distanza (11%) si avvalgono del consiglio di esperti. La ceramica, scelta nel 54% dei casi, ha avuto quali principali preferenze l’essere il materiale “più adatto per quella destinazione d’uso” (47%) ed “il più facile da pulire” (37%).

Il ‘negozio tradizionale’ è il canale di vendita più utilizzato (65%), seguito dalla ‘grande distribuzione’ (21%), con una composizione che varia a seconda delle diverse aree geografiche, con una media di visite prima dell’acquisto pari a 2,6 punti vendita. Soddisfazione sia per il punto vendita (voto: 7,61) che per la posa (molto + abbastanza: 92%).

Qualità, resistenza ed estetica sono fattori che hanno una incidenza superiore a 4 (su una scala di 5); il 50% dei consumatori ritiene importante ‘il made in Italy’, mentre il 46% apprezza una certificazione ambientale.

La straordinaria versatilità della piastrella di ceramica, in grado di cogliere le multiformi tendenze estetiche, vede una leggera prevalenza (34%) dello ‘stile classico’, rispetto allo ‘stile moderno’ (27%) ed al ‘rustico’ (15%), pur all’interno di una significativa variabilità tra le diverse aree geografiche ed i differenti profili socio-economici del consumatore.

“Questa ricerca, promossa dalle industrie italiane della ceramica e dei colorifici – afferma Franco Manfredini, Presidente di Confindustria Ceramica – conferma la natura centrale e strategica del distretto emiliano e della filiera ceramica nazionale. In Italia, Paese nel quale fatturiamo 1,3 miliardi di euro e che questa ricerca ci ha consentito di meglio conoscere, investiremo nei prossimi mesi 2 milioni di euro in una campagna di prodotto finalizzata ad innalzarne la percezione del valore”.

“Le nostre imprese svolgono un ruolo strategico per il settore della ceramica, fornendo un valore aggiunto che concorre all’eccellenza dei nostri prodotti su tutti i mercati mondiali – ha dichiarato Angelo Lami, Presidente Ceramicolor –. E’ un settore che investe costantemente in ricerca e innovazione e che, per vocazione, dedica la massima attenzione alle esigenze della clientela, interpretandole e anticipandole, per fornire soluzioni sempre nuove in una logica di possibili e positive sinergie a livello di distretto e di filiera”.

“La sempre più stringente competizione internazionale, acuita dal perdurare della crisi – ha rilevato Carlo Guglielmi, Presidente ed AD di FontanArte – ha rimesso il prodotto al centro di ogni strategia aziendale. In questo, due aspetti di straordinaria importanza sono l’apprezzamento del proprio brand aziendale, quale elemento distintivo ed in grado di creare valore, e la stringente lotta contro la contraffazione, che determina perdite di fatturato presso le aziende italiane più capaci e lungimiranti”.