Con un gesto di grande generosità e sensibilità culturale Alfio Moratti, collezionista reggiano e grande esperto di stampe popolari di carattere militare, ha donato alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia la sua straordinaria raccolta di “soldatini di carta”, la più importante collezione privata esistente in materia, costituita da 5.400 fogli dall’epoca napoleonica fino alla metà del secolo scorso.

In occasione della donazione, l’Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia Romagna ha promosso, in collaborazione con la Biblioteca Panizzi, la pubblicazione di un volume dello stesso Moratti dal titolo: La Grande Guerra (1914 – 1918). La storia per immagini. La pubblicazione si propone di valorizzare la raccolta e di rendere disponibile una documentazione di prima mano sulla storia politico-militare dell’epoca moderna, nonché sulla storia della grafica e dell’editoria popolare.

Il volume offre infatti un’interessante occasione per una rilettura della prima Guerra mondiale attraverso l’efficacia, la semplicità e l’immediatezza delle immagini popolari di argomento militare che lo hanno accompagnato e che hanno contribuito a definirne la rappresentazione nell’immaginario collettivo. Furono centinaia di migliaia i fogli di “soldatini di carta” che vennero stampati in Europa in quegli anni. Destinati ad essere ritagliati da mani infantili, incollati su cartoncino e consumati nel gioco, questi eserciti di carta sono in gran parte andati perduti, seguendo il destino comune a tutta la produzione iconografica popolare.

Alfio Moratti, profondo conoscitore di questi affascinanti materiali e delle vicende storiche e militari ad essi collegate, ci presenta due livelli di lettura della Grande Guerra: uno più propriamente storico, che si sviluppa nel testo, ed uno affidato alle 228 immagini che lo accompagnano: è questo l’ambito in cui ci viene restituita un’idea di ciò che la propaganda del tempo diffondeva, attraverso il gioco, per alimentare un clima di partecipazione e di consenso. I fogli con i soldatini di carta, che Moratti accosta alle copertine della “Domenica del Corriere” di quegli anni, ai manifesti del prestito sociale o ai giochi da tavolo, sono preziosi e rari documenti strappati alla distruzione da un collezionismo attento e lungimirante che a quell’epoca si diffuse tra le stesse fila del potere militare.