Si mostra ai modenesi, rinnovata e ripulita dopo i lavori di restauro, l’imponente statua settecentesca dell’Immacolata Concezione che occupa la nicchia della Torre dell’orologio del Palazzo comunale, affacciata su piazza Grande. Sabato 25 settembre alle 10.30 la sala dei Passi perduti del Municipio ospiterà un’iniziativa di presentazione con gli interventi del sindaco Giorgio Pighi, del presidente della Fondazione cassa di risparmio di Modena Andrea Landi, del presidente dell’associazione Amici dei musei e dei monumenti di Modena Gaetano Rossi e della direttrice del Museo civico d’arte Francesca Piccinini.

Il restauro, condotto sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Bologna, Modena e Reggio Emilia e del Museo civico d’arte di Modena, è stato possibile grazie al contributo della Fondazione cassa di risparmio e al sostegno dall’associazione Amici dei musei e dei monumenti di Modena. La progettazione dell’intervento ha visto la collaborazione tra il Museo civico d’arte e il dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha condotto una serie di analisi per identificare il tipo di pietra e i fenomeni di degrado, mentre un’azienda privata di Altavilla Vicentina ha curato l’analisi della patina superficiale della scultura.

L’imponente statua in pietra d’Istria raffigurante l’Immacolata Concezione è collocata nella Torre dell’orologio dagli inizi dell’Ottocento. Lo studioso Gusmano Soli la definì un’opera “non pregevole del secolo XVIII”. L’eleganza formale della statua, tipicamente settecentesca, la avvicina allo stile del bolognese Giuseppe Maria Mazza (1653 – 1741). Su richiesta della popolazione, desiderosa che la facciata del Palazzo comunale su piazza Grande avesse nuovamente un’immagine sacra, la statua fu collocata nell’attuale posizione nel 1805, in occasione del passaggio a Modena di papa Pio VII, di ritorno dalla Francia dove aveva incontrato Napoleone. In ottemperanza al divieto rivoluzionario di esporre immagini sacre nei luoghi pubblici, sette anni prima (1798) il gruppo plastico cinquecentesco della Madonna col Bambino e san Giovannino, prima opera nota di Antonio Begarelli (ora conservata al Museo civico d’arte), era stato infatti rimosso dalla nicchia a destra della torre e giaceva in pezzi nei locali dell’Accademia di belle arti.

In origine, l’Immacolata Concezione era collocata su pilastro tra via Mondatora e piazza XX Settembre, all’angolo di un edificio che apparteneva agli inizi del Settecento ad Antonio Pavarotti, devoto all’Immacolata. Fu l’architetto Giuseppe Maria Soli a curarne il collocamento nella nuova sede di Palazzo Comunale, adattando la base in marmo originariamente destinata al monumento equestre a Francesco III, eretto in piazza Sant’Agostino e distrutto durante la Rivoluzione.

L’immagine mariana è stata oggetto nel diciannovesimo secolo di una particolare devozione da parte dei modenesi, come già la Madonna di Begarelli. Dal 1814, infatti, il Comune si impegnò affinché tutti i sabati fosse accesa davanti ad essa una lampada, mentre poco dopo fu introdotta l’abitudine del canto delle Litanie in musica nel giorno dell’8 dicembre, pratica che cessò nel 1872.

Per altre informazioni: Museo civico d’arte, 059 2033100 (www.comune.modena.it/museoarte).