Probabilmente non è compito mio entrare nel merito di quanto oggi si dibatte sulla stampa sui rapporti tra le singole sigle sindacali e tra le stesse e i partiti politici o le istituzioni locali. Mi appassiona poco questa discussione, però mi provoca una sensazione di fastidio, non capisco perché le istituzioni locali dovrebbero condividere o appoggiare politicamente le varie iniziative di questa sigla o altra, non sono i Sindaci di tutti i cittadini? Perché schierarsi con una sigla o l’altra se queste, tra l’altro, proclamano a gran voce la loro autonomia dai partiti? Non comprendo perché dovrei porre delle domande a qualche segretario di partito, io non ho mai avuto queste necessità, perché pretendere da loro di schierarsi al mio fianco.

Per quello che riguarda la mia Federazione, la FEMCA, non abbiamo mai avuto difficoltà a confrontarci nel merito delle posizioni con tutte le forze politiche sia di governo sia d’opposizione, a tutti i partiti abbiamo sollecitato di fare buona politica, di essere al servizio dei cittadini, d’occuparsi, per quello che è la loro parte, dei problemi del territorio nel rispetto dei rispettivi ruoli senza invasioni di campo: ce ne da fare in abbondanza per tutti. Ho letto diversi articoli d’esponenti politici, ex sindacalisti, persone che, ne sono più che convinto, parlano, esprimono pareri senza aver letto gli accordi, senza aver sentito tutte le parti, ho letto un sacco d’amenità circa le posizioni della CISL: sindacato di regime, sindacato aziendalista, sindacato che vende i diritti, si è tirato in ballo perfino la “Costituzione Repubblicana”.

La riforma del modello contrattuale, osteggiata, criticata e non sottoscritta dalla CGIL, si sostiene che annulla il contratto nazionale, ad oggi, sono stati firmati, con le nuove regole, oltre 55 contratti nazionali, a parte quello dei metalmeccanici, tutti firmati unitariamente e qui qualcosa non mi torna. Se la riforma del modello contrattuale è questa sciagura perché sono stati sottoscritti tutti questi contratti nazionali, perché tanti lavoratori hanno dato il loro consenso in assemblea approvando questi accordi. Mi chiedo perché unitariamente nel settore della chimica abbiamo sottoscritto un accordo che prevede deroghe al contratto nazionale nel caso di ristrutturazioni e investimenti, e invece nel settore metalmeccanico è uno scandalo. Perché non si parla mai delle buone pratiche, dell’innovazione nella contrattazione, del welfare contrattuale (fondo pensione integrativa, assistenza sanitaria integrativa, fondi sostegno al reddito, della bilateralità più in generale), dei progetti che si stanno realizzando con il contributo del sindacato e imprese e comuni sugli asili interaziendali e il trasporto pubblico per i lavoratori del distretto, perché si parla solo di chi negli ultimi anni non è stato in grado di firmare un contratto nazionale, perché si tira in ballo la democrazia sindacale e poi non si rispetta la libera scelta dei lavoratori di Pomigliano. La manifestazione di CISL e UIL del 9 ottobre non ha provocato tutti questi dibattiti, eppure eravamo in tanti e i temi portati all’attenzione del Governo sono temi importanti: fisco e lavoro.

La nostra manifestazione ha visto scendere in piazza migliaia di lavoratori e lavoratrici, tutti filo governativi o filo aziendalisti? Credo che quella piazza meriti rispetto, come tutte le piazze dove ci sono solo lavoratori e lavoratrici, dove c’è solo il sindacato, dove nessuno, urlando, inveisce contro di altri, dove c’è serenità; nessuno ha il primato della tutela, nessuno ha il primato di primo difensore dei diritti, altrimenti è finita la democrazia. Gli oltre quattro milioni d’iscritti alla CISL chiedono rispetto per le loro idee per le loro proposte, la deriva di pochi violenti e antidemocratici, non fermerà l’azione innovatrice e progressista della CISL

(Il segretario FEMCA CISL Modena, Vincenzo Tagliaferri)