Sarà presentato in anteprima nazionale sabato 17 settembre alle ore 16,15, presso il Teatro del Fiume di Boretto, il nuovo film del regista parmigiano Umberto Asti, “Acquedolci”.

Il film- documentario, la cui proiezione è stata organizzata dal Cineclub Claudio Zambelli e dall’Assessorato Cultura del Comune, è un viaggio cinematografico lungo il Po, raccontato dal punto di vista di coloro che ogni giorno vivono e operano sul grande fiume. Equipaggi dei natanti turistici e commerciali, pontieri, dragatori, operatori di conca sono soltanto alcune delle persone che quotidianamente lavorano sul bacino navigabile del Po, ascoltate e filmate da Asti, con la collaborazione di Marina Rossi: un racconto dalla viva voce di chi ogni giorno vive il grande fiume, preservandone e salvaguardandone la storia e la cultura.

“Acquedolci” è il secondo film realizzato da Umberto Asti sul Po: il primo lungometraggio, “Argini”, è stato presentato in anteprima l’anno scorso proprio a Boretto, presso il Teatro del Fiume. Le due pellicole rientrano in un progetto più ampio, “Ecco il Po”, realizzato dal regista per raccontare “un piccolo universo sconosciuto dove il lavoro è ancora l’unico grande valore necessario per partecipare a una vita a misura d’uomo e a un benessere inteso non solo in senso economico”.

Il film è stato realizzato grazie all’appoggio della Film Commission della Regione Emilia Romagna, e il contributo di Fagioli Group, Caggiati Matthews e Gruppo Mauro Saviola.

Al termine della proiezione ci sarà un dibattito cui interverrà il regista Umberto Asti e il critico cinematografico Tullio Masoni.

I CONTENUTI

Mentre “Argini” (il primo lavoro dedicato al Po) guardava il fiume da terra, “Acquedolci” lo guarda dall’acqua, invertendo il punto di vista e, ovviamente, la prospettiva. La premessa che precede il film recita:- Lungo la rete idroviaria del Po si sviluppa tutta una serie di umane attività strettamente legate al fiume e alle vie di navigazione ad esso collegate: è un piccolo universo fatto di persone la cui vita, spesso da generazioni, è intrecciata al fiume in un’unica e vitale essenza.”

Nella prima sequenza del film Augusto Negrini, commentando i panorami del Mincio per i gitanti della sua motonave, dice: -…Fuori ci sono le strade, le macchine, le fabbriche: qui, nel silenzio del fiume, tutto è diverso..- E’ per questo che ho voluto un film che “galleggiasse” sull’acqua il più possibile. Il fiume quindi diviene protagonista alla pari dei personaggi che incontriamo strada facendo e anche se spesso ruba loro la scena, non me ne rammarico perchè il confine che divide l’acqua del fiume dalla sua gente, di fatto non esiste. Il bacino idrografico del Po non offre normalmente argomenti che facciano cronaca e, come dice il capitano Boldori in una scena del film, del Po si parla solo quando ci sono le grandi piene e le grandi magre: mai in condizioni di normalità. Eppure sul fiume, malgrado i problemi, c’è ancora tanta vita: persone che lavorano per mantenere efficiente la rete navigabile, per il governo delle acque e per non disperderne il patrimonio storico e culturale. Pur non essendo un classico reportage, nè una pungente inchiesta, “Acquedolci” è un viaggio tra tutte queste realtà poco conosciute. L’intento non è solo quello di raccontare razionalmente fatti e comportamenti ma anche di invitare lo spettatore ad una osservazione attenta soprattutto a ciò che si può percepire dietro, sotto e a lato del racconto, con attenzione e sensibilità. Anche per questo ho voluto, come già in “Argini”, che il palcoscenico fosse riservato esclusivamente a coloro che ogni giorno vivono e operano con le acque dolci e che fossero loro, solo loro, a introdurci nei luoghi dove perpetuano un patrimonio di storia, lavoro e umanità che trasuda dai volti più efficacemente che dalle parole.