“L’IDV non ha votato Rivoluzione civile. L’imbarazzante esito elettorale dimostra che avevo avuto ragione nel definire fin dall’inizio l’assurdità della presenza dell’IDV nell’alleanza elettorale voluta dal Presidente, al fianco di Ingroia. Già dalla composizione delle liste avevo denunciato la difficoltà di un percorso praticabile – ma anche solo immaginabile – con tali compagni di viaggio, in contrasto con molte delle nostre battaglie.
Non si è voluto credere nella forza della nostra identità di partito, e si è preferito svenderci per garantire qualche seggio in Parlamento. Seggi che la volontà popolare ha dissolto.
E’ proprio alla luce dei risultati elettorali che sono convinta che i sostenitori e i simpatizzanti dell’IDV non abbiano votato la lista voluta da Roma. Sono altrettanto convinta della necessità di riprendere un discorso interrotto bruscamente e prepotentemente dall’alto. Il partito non è obbligato a seguire la sorte del suo leader.
Abbiamo delle battaglie rimaste in sospeso e ora – finalmente, mi verrebbe da dire – toltaci questa spada di Damocle dalla testa, abbiamo l’opportunità di ripartire.
Chiedo quindi le dimissioni di coloro che hanno contribuito e costruito questo disastro. Per la stessa ragione chiedo un Congresso dove si ascolti realmente la voce di quanti lavorano sul territorio, perché è soltanto da questi e nella loro passione politica che si può recuperare un’Italia dei Valori nuova e chiaramente sotto un’altra guida”.
(Liana Barbati, Presidente Gruppo assembleare IDV Emilia Romagna)